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L’artista americana Linda Schrank, al terracomunica festival

All’interno del Terracomunica Festival 2015 che si terra a Gubbio dal 29 Giugno al 5 Luglio , Venerdì 19 Giugno preso le sale espositive del Nun di Assisi inaugura alle ore 19 la personale di LINDA SCHRANK. una mostra che vuole anticipare e’vento eugubino in terra assisana

Quando si ammira il lavoro più recente di Linda Schrank, ci si rende conto di essere ben saldi a terra, nonostante gli strati reticolati e i segni che appaiono formino un paesaggio aereo sublimato, un universo fluttuante e mutevole. Non offrendo mai una linea d’orizzonte assoluta, ogni opera è aperta alle possibilità, senza dirci come vedere o capire il mondo, ma facendo luce sulla nostra presenza in esso. Ci rendiamo gradualmente conto del fatto che l’artista abbia osservato un numero di mondi e culture disparati, abbia assorbito e sintetizzato parole, musica e immagini, facendoci qui dono di una veduta compatta della sua (onnivora) vertigine mentale. Il viaggio, nel più lato senso metaforico e nella creazione fisica di ogni pezzo per mano dell’artista, incoraggia la scoperta della sorpresa, una capacità di discostarsi verso percezioni nuove e inaspettate.

L’opera di Schrank è pervasa da un sottile spingi e tira di tensioni contrapposte, tenute insieme da un reticolo irregolare di punti opachi per lo più bianchi che si insinuano lungo lo spazio sia sopra sia sotto la superficie. Sembra quasi che fungano da respiro – lo schema è regolare e sostenuto fino all’interruzione dovuta a un ostacolo, a un’esclamazione, a un ricordo. C’è un involucro spaziale distinto che fornisce un punto di contatto tra aria e segni, una gamma di colori che consente all’oscurità e alla luce di coabitare, pur mantenendo le proprie posizioni. Operando con un linguaggio distillato di reticolati laschi che potrebbero riversarsi in linee perlate, punti unici e chiazze di colore traslucido spesso luminoso, i loro margini formano linee tracciate in modo leggiadro. Questi dipinti rappresentano brevi poesie visive che decantano un paesaggio istintivo nato da ritmo, storia e tatto. I singoli passaggi sono come frasi musicali o un testo bisbigliato a cui siamo affezionati, tradotti visualmente e appena percepibili nel puntellamento di queste opere complesse.

La sua nuova serie ha l’effetto e la grana di un affresco: un cenno ai dipinti del Rinascimento che hanno rappresentato una parte autorevole delle influenze visive dell’artista. Queste opere piene di luce sono abbinate a tre elementi di carta realizzati a mano e amalgamati con pasta di legno colorata, ritornelli rivolti a momenti particolari del ciclo di affreschi Storie della vera croce nella basilica di San Francesco ad Arezzo. In Piero n.1, il primo pezzo della meditazione di Schrank sulla natura contemporanea di Piero della Francesca, ci concentriamo sull’interscambio figura-sfondo, un frammento ingrandito, un occhio solo. Questa enfasi su forme semplificate e tinte chiare offre un’assorta versione contemporanea della tavolozza del XV secolo sull’energia ancestrale di queste opere senza tempo.

Sin dall’infanzia Schrank è rimasta affascinata dall’opera di della Francesca, trovando in principio una “linea d’orizzonte” nel fluire dinamico degli occhi – sia presi singolarmente sia in coppia – che attraversa l’affresco nella sua lunghezza; come un percorso che conduce attraverso un labirinto, essi vi fanno procedere lungo la distesa dell’immagine e vi riportano indietro. In seguito fu attratta dall’architettura inerente, dalle insolite relazioni tra figura e sfondo, da una tavolozza ridotta di tonalità luminose di verde, rosso, blu e giallo, da un notevole livello di astrazione. Come afferma l’artista stessa: “Queste opere ora fanno parte del mio DNA.” Altri aspetti del suo sconfinato vocabolario visivo sono tratti da fonti tanto diverse quanto i vertiginosi dipinti di Cagnes di Chaïm Soutine o le anomalie spaziali delle miniature Kotah in India.

Con base a New York e per un terzo dell’anno in Italia, Schrank riceve in ugual misura le influenze delle due terre che lei chiama casa – gli strani paesaggi lunari delle Crete Senesi e la bellezza rigogliosa e seducente delle terre toscane si mescolano con il ritmo intenso e irrefrenabile di New York. Il vivace equilibrio delle molteplici e contrapposte forze trainanti nel suo lessico visivo trovano stasi in opere come Upraising and Downfalling e Playing Both Parts. Tutto è tenuto insieme da un’intelligenza emotiva, simbolica nella sovrapposizione manifesta e implicita di graticolati o reti. Intercorre una relazione poetica nei confronti di una teoria diffusa dell’astrofisica della materia oscura, qui interpretata liberamente come maglia di energia invisibile che va oltre la gravità, mantenendo l’universo in posizione. Non ancora visibile o misurabile, è un enigma teorico. La nuova opera di Schrank mi porta alla mente tale teoria: c’è una forza invisibile che tiene insieme questi mondi pervasi di luce senza rinunciare a nessuno dei loro misteri.

Fran Kaufman
New York, maggio 2015

BREVE BIOGRAFIA

Linda Schrank espone a livello nazionale e internazionale sin dal 1978. Tra le mostre personali si annoverano: Rosenberg + Kaufman Fine Art di New York; Kidder Smith Gallery di Boston; A.I.R. Gallery; Columbia University; Brown University; Fairleigh Dickinson University; Hobart and William Smith Colleges; Pratt Institute; Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona; Galleria Spazio Imago di Arezzo; Galleria Peccolo di Livorno; Museo della Ceramica di Monte San Savino, e Palazzo Costa di Mantova.

Le sue opere fanno parte delle principali collezioni private, aziendali e pubbliche, tra cui quelle di: Brooklyn Museum; Museum of Fine Arts di Boston; Boston Public Library; Houghton Library presso la Harvard University; Library of Congress; Rose Art Museum presso la Brandeis University; Princeton University; Minneapolis Institute of Arts; Museo di Arte Ceramica Contemporanea di Torgiano; Museo Regionale della Ceramica di Deruta; Rochester Institute of Technology; Corcoran Museum of Art; Museo Internazionale della Donna nell’Arte di Abruzzo; Morgan Library and Museum; New York Public Library; University of Houston; University of Iowa.

Schrank ha portato a termine importanti progetti speciali tra cui: una video collaborazione con il compositore Huang Ruo presso il Symphony Space di New York; un murale su commissione presso l’AlbornoZ Palce Hotel di Spoleto; e un’installazione permanente nel Museo della Poesia di Cesa (AR).

Le sono state conferite borse di residenza artistica presso: American Academy in Rome; Moulin a Nef, Auvillar, France; Sanskriti Foundation di Nuova Delhi in India; Fundacion Valparaiso di Almería in Spagna; Yaddo; Virginia Center for the Creative Arts, per nominarne alcune. Inoltre ha ricevuto borse per merito da: Brooklyn Museum; Brandywine Graphic Workshop di Philadelphia; Pratt Faculty Development Fund; Cuts and Burns Residency, Output Video Production; Ditta G. Grazia & C., Maioliche Artistiche di Deruta; Arts Workshop Grant, America the Beautiful Fund di New York.

A settembre si terrà una mostra personale delle sue opere presso la Fondazione Piero della Francesca di Sansepolcro. Linda Schrank vive e lavora nel quartiere Soho di New York e a Lucignano in Val di Chiana.

22 Giugno 2015
22 Giugno 2015